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The Epic in Miami

1981 AFC Divisional Playoff Game: San Diego Chargers – Miami Dolphins
2 Gennaio 1982, Orange Bowl, Miami, Florida

Quando, dopo quasi 14 minuti dall’inizio dell’overtime, i San Diego Chargers ebbero finalmente la meglio sui Miami Dolphins per 41-38, era chiaro che quelle quasi 5 ore di football erano state tra le più avvincenti e spettacolari di sempre.
Per la tensione drammatica, emotività, qualità del gioco offensivo, durata e condizioni climatiche (il caldo umido aveva reso l’Orange Bowl poco meno di una sauna all’aperto), ben poche partite nella storia della NFL possono eguagliare l’AFC Divisional Playoff Game del 1981 tra Chargers e Dolphins.
Uomo simbolo di quella partita fu Kellen Winslow, formidabile tight end di San Diego, che terminò quell’incontro letteralmente stremato dai crampi.
“Non mi ero mai sentito così vicino alla morte prima di allora”, ricordò qualche anno dopo. “E’ quello che disse Muhammad Ali a Manila, ed è proprio quello che provai alla fine di quella partita”.
Più volte fu portato di peso fuori dal terreno di gioco e fatto coricare sulla panchina, troppo esausto perfino per muovere la testa o alzare le braccia, a causa di una spalla infortunata, crampi, e non ultimo, un principio di disidratazione. Fu anche costretto a farsi applicare 3 punti al labbro dopo che una manata di A.J. Duhe gli aveva procurato un brutto taglio.
Non a caso, la foto-simbolo di questa partita è quella che lo ritrae mentre viene accompagnato fuori dal campo dai compagni Billy Shields ed Eric Sievers.

“Può essere abbastanza per Winslow”, fu il leit motiv dei cronisti. E ogni volta Winslow sarebbe tornato in campo per compiere un’altra delle sue 13 ricezioni di quel giorno.
E il bello è che quella non fu l’unica storia degna di nota.
Con i Dolphins in svantaggio per 24-0 e praticamente fuori dalla partita fin dal primo quarto, fu il turno del quarterback di riserva Don Strock, che prese il posto del titolare David Woodley e si rese protagonista di una fantastica prestazione, non inferiore a quella di Winslow.
Strock non solo riuscì a far risalire la propria squadra dal baratro di quel 24 a 0, ma mise i Dolphins in condizione di vincere quella partita. Ma purtroppo per lui, quel giorno si ritrovò per un soffio dalla parte sbagliata della storia. Fu “solo” per colpa di 2 field goals sbagliati, peraltro calciati da posizione non certo impossibile, che Miami non riuscì nella clamorosa impresa.
Quell’incontro fu una delizia per i cultori del gioco offensivo: i Chargers conquistarono 534 yards e i Dolphins 466, per la bellezza di 1130 yards totali. Per la prima volta nella storia, i quarterbacks avversari lanciarono per più di 400 yards a testa. Non male, se si pensa che entrambe le squadre erano fresche vincitrici delle rispettive division, e per questo avevano una pur minima compattezza difensiva.
I numeri sono più eloquenti di qualunque parola: Dan Fouts, leggendario quarterback di quei Chargers, completò 33 passaggi per 433 yards, Kellen Winslow con le sue 13 ricezioni guadagnò 166 yards, Charlie Joiner conquistò 108 yards grazie a 7 ricezioni, mentre i 6 passaggi ricevuti da Wes Chandler fruttarono altre 106 yards.

Sul fronte opposto, Don Strock, nonostante fosse subentrato verso il termine del primo quarto, completò 29 passaggi su 43, per 403 yards e 4 touchdowns, sfruttando praticamente tutto l’arsenale che aveva a disposizione, dato che “soltanto” due suoi compagni guadagnarono più di 100 yards: Tony Nathan con 108 yards su 8 ricezioni, e Duriel Harris con 106 yards su 6 ricezioni.
L’inizio della partita fu una schiacciante prova di superiorità da parte dei Chargers, poco meno di un monologo di Dan Fouts. Il primo drive si concluse con un field goal dalle 32 yards realizzato da Rolf Benirschke. Il tempo di un three and out dei Dolphins, che Wes Chandler ritornò il punt di Tom Orosz per 56 yards in touchdown, portando San Diego avanti per 10-0.

Il successivo kickoff mandò in crisi gli special teams dei Dolphins, che persero il possesso dell’ovale sulle 28 yards lasciando ancora una volta via libera ai Chargers, che conclusero il drive in 7 azioni con una corsa di Chuck Muncie da 1 yard per il touchdown del 17-0.
Per Miami fu buio ancora più profondo nel drive seguente, quando David Woodley si fece intercettare un passaggio. Quattro azioni dopo, Fouts lanciò in touchdown James Brooks. San Diego era avanti 24-0 e non era neppure finito il primo quarto !
“Avrei voluto scavarmi una fossa per scomparire dentro”, ricordò Joe Rose, tight end dei Dolphins.
Con quella partenza fulminante i Chargers avevano mostrato quasi tutto il repertorio possibile, andando a segno con una corsa, un passaggio, un punt ritornato e un field goal.
I Dolphins erano stati pressochè inesistenti: mentre i loro avversari avevano costruito quello che sembrava un vantaggio incolmabile, l’attacco dei padroni di casa aveva prodotto la miseria di 7 giochi.
Don Shula decise di buttare a mare il suo gameplan conservativo e, non potendosi aspettare di peggio da Woodley, mandò in campo la sua riserva, Don Strock.
“Pensai semplicemente che era diventato il tipo di partita in cui Strock avrebbe potuto fare meglio di Woodley. Strock amava lanciare, ed era tutto ciò che avrebbe dovuto fare”, dichiarò candidamente lo stesso Shula.

Strock, il più classico dei “career backup”, era stato per 8 anni principalmente la riserva di Bob Griese, e in un paio di occasioni si era ben comportato subentrando agli stessi Griese e Woodley. Ma da qui a chiedergli di rimontare uno svantaggio di 24 punti sembrava quantomeno utopistico.
Il primo drive con Strock a tenere le redini portò ad un field goal dalle 34 yards realizzato da Uwe von Schamann. Non molto, se paragonato alla voragine che avevano scavato i Chargers, ma servì a dare un minimo di fiducia ai Dolphins. Il primo piccolo passo che li avrebbe fatti riprendere dallo shock iniziale.
Nel possesso seguente, Strock trovò con un passaggio da 1 yard Joe Rose per il touchdown del 24-10, quando c’erano ancora più di 30 minuti da giocare.
“Volevamo a tutti i costi portarci sul 24-17 prima dell’intervallo”, dissero Shula e Strock. “Pensavamo che a quel punto potevamo tranquillamente pareggiare il punteggio, mandare nel panico i Chargers e avere tutto il tempo per vincere la partita”.
Prima della fine del secondo quarto, i Dolphins riuscirono a realizzare quello che era il loro intento grazie ad una delle azioni più spettacolari di sempre.
A 6 secondi dall’intervallo, sulle 40 yards dei Chargers, la distanza era eccessiva per poter calciare un field goal. Così Don Shula riesumò un gioco preso direttamente dal repertorio della Fort Lauderdale Beach Touch League, il cosiddetto “Hook and Lateral”.
“Noi la chiamavamo ’87 Circle Curl Lateral’ e, credetemi, non ci fu una sola volta che ci riuscì in allenamento”, commentò Don Strock. L’azione prevedeva un passaggio centrale di Strock per Duriel Harris, che a sua volta si sarebbe girato per lanciare lateralmente per Tony Nathan.
Quando Harris ricevette la palla, la difesa dei Chargers si piombò su di lui. Proprio un istante prima di essere placcato, riuscì a liberarsi della palla. Nathan sprintò e agguantò il passaggio laterale nei pressi delle 25 yards. Non c’era in vista nessun giocatore dei Chargers che avrebbe potuto impedire il touchdown. Quel trick play aveva semplicemente spiazzato la difesa avversaria, al punto che Nathan iniziò a celebrare mentre percorreva le ultime 10 yards che lo separavano dalla end zone.

“Ci colsero alla sprovvista, e dopo quell’episodio fu un’altra partita”, ammise Glen Edwards, defensive back dei Chargers.
Tornati in campo dopo l’intervallo totalmente rinfrancati, i Dolphins erano pronti a portare a termine l’impresa. Don Strock trovò ancora una volta Joe Rose, questa volta con un passaggio centrale da 15 yards che portò al touchdown del 24 pari. Di punto in bianco, quello che fino ad una quindicina di minuti prima sembrava pazzesco, stava semplicemente divenendo realtà.
San Diego ebbe il merito di non capitolare, e tutti coloro che li ritenevano una squadra tutto stile e niente sostanza furono costretti a mangiarsi in fretta le proprie parole.
Fouts si rimise all’opera e, con un passaggio da 25 yards per il touchdown di Kellen Winslow, riportò i suoi in vantaggio per 31-24.
I Dolphins non si fecero pregare, e con un siluro da 50 yards di Strock per il tight end Bruce Hardy pareggiarono ancora, 31-31.
Il terzo quarto si chiuse con una prodezza di Lyle Blackwood, che riuscì ad intercettare un lancio di Dan Fouts e a ridare ai suoi il possesso. Nella prima azione dell’ultimo quarto, i Dolphins andarono in vantaggio grazie ad una corsa sulla destra di 12 yards di Tony Nathan.
Miami ebbe l’occasione di mettere una seria ipoteca sulla vittoria quando riprese possesso a 11:58 dalla fine. Strock orchestrò un drive lunghissimo, durante il quale la difesa dei Chargers sembrò impotente. In una situazione di 2&7, con 4:28 da giocare ed i Dolphins sulle 21 yards di San Diego, il rookie fullback Andra Franklin cercò di guadagnare un paio di ulteriori yards quando il defensive tackle Gary Johnson lo colpì lateralmente e il linebacker Linden King gli agguantò un braccio, provocando il fumble. Il defensive back Pete Shaw piombò sulla palla, recuperandola sulle proprie 18 yards.
Fu un errore fatale per Miami, proprio quello che Fouts si stava augurando.
Questi organizzò un drive di 10 azioni, che portò i Chargers sulle 9 yards di Miami quando Wes Chandler ricevette un passaggio da 19 yards. Con 67 secondi da giocare, Winslow, che a quel punto era divenuto il simbolo di quella partita grazie alla sua stoica resistenza, ebbe la meglio sui crampi e la stanchezza e tornò in campo.

Fouts mandò Winslow sul lato destro della end zone, dove fu immediatamente preda della copertura delle secondarie di Miami. Sembrava che per Fouts l’unica opzione fosse quella di liberarsi della palla. Invece lanciò alla cieca il passaggio della disperazione, che anziché cadere incompleto o, peggio, tra le mani di un defensive back di Miami, sorvolò le mani protese di Winslow e venne ricevuto in touchdown dal rookie running back James Brooks. L’extra point di Rolf Benirschke rimandò il punteggio in parità: 38-38.
C’erano ancora 58 secondi da giocare, e Don Coryell chiamò uno squib kick sperando in un fumble di Miami. I Dolphins riuscirono a controllare l’ovale e ripartirono dalle proprie 40 yards, ma le loro chance sembrarono svanire nel nulla quando un passaggio di Don Strock venne intercettato da Willie Buchanon. Ma questi commise fumble, e la palla fu riconquistata da Tommy Vigorito sulle 48 yards dei Chargers.
Strock si fece perdonare imbeccando Tony Nathan con un passaggio da 17 yards, poi Vigorito guadagnò altre 6 yards con una corsa. A quel punto, con la palla sulle 25 yards di San Diego, Don Shula decise di far trascorrere il tempo per poi affidarsi al piede del kicker Uwe von Schamann, per un field goal da 42 yards.
“Apritemi un varco”, gridò Kellen Winslow ai suoi linemen schierati nella field goal block formation, poi raccolse le sue ultime energie e saltò più in alto possibile, riuscendo a deviare con il mignolo della mano destra la traiettoria della palla calciata da von Schamann, mandando le squadre al supplementare.

“Fu la più grande emozione della mia vita. Mi sentii come se avessi segnato 3 touchdowns”.
Dopo quel formidabile gesto atletico, Winslow restò a terra per poi venire ancora una volta portato di peso fuori dal campo. Ma la sua permanenza sulle sidelines sarebbe durata giusto pochi minuti.
San Diego, dopo aver vinto il lancio della moneta, non perse tempo e arrivò fin sulle 9 yards di Miami, lasciando l’incombenza al kicker Rolf Benirschke. Ma questi ciccò clamorosamente la palla, fallendo il comodissimo field goal da 26 yards. Sembrava che per i Chargers, ormai senza più benzina, fosse arrivata la fine.
“Ero assolutamente frustrato”, ricordò Benirschke. “Specialmente dopo tutti gli sforzi fatti dai miei compagni. Mi sentivo solo, ma tutti mi rincuorarono dicendo che avrei avuto un’altra opportunità”.
Don Strock riprese a macinare gioco, e con un passaggio da 21 yards per Jimmy Cefalo portò i Dolphins sulle 25 yards di San Diego. Le 3 azioni successive fruttarono un guadagno di altre 9 yards, e von Schamann provò di nuovo a mettere fine alle ostilità.
Ma questa volta salì in cattedra il defensive end Leroy Jones, che riuscì a bloccare il field goal da 34 yards.
“La palla era lenta, così allungai un braccio e la bloccai”, dichiarò Jones.
Sembrava quasi che nessuno volesse vincere quella partita. Serviva un ultimo sforzo, quello decisivo, ma entrambe le squadre erano esauste.
Dan Fouts trovò la forza e la freddezza necessaria per rimettere in moto la sontuosa macchina offensiva e con due passaggi per Wes Chandler riuscì a conquistare 28 yards, dando ai Chargers il primo down sulle 49 dei Dolphins. Poi, forse per la prima volta durante quell’incontro, la linea offensiva dette a Fouts un’infinità di tempo per scegliere l’opzione giusta, e questi trovò con un lancio centrale Charlie Joiner, che squarciò la difesa dei Dolphins con un guadagno di 39 yards.
Con San Diego sulle 10 yards di Miami e con 13:52 trascorsi dall’inizio dell’overtime, l’head coach Don Coryell mandò ancora una volta in campo il kicker Rolf Benirschke, che stavolta non fallì, mettendo a segno il field goal da 29 yards, quello decisivo.

I linemen di entrambe le squadre giacevano stremati sul terreno di gioco, e la temperatura corporea di Winslow, che tra l’altro perse quasi 7 chili durante quella partita, era di oltre 40 gradi !
“E’ stata indubbiamente la partita più eccitante a cui abbia mai preso parte, forse la migliore in assoluto nella storia dei playoffs”, dichiarò Fouts al termine dell’incontro.
“Ho allenato per più di trent’anni, e non c’è mai stata una partita come quella. Forse è stata la più emozionante di sempre”, confidò Coryell.

I giocatori dei Chargers erano talmente spossati che non riuscirono a festeggiare più di tanto.
“Fu una celebrazione in tono dimesso. Tutti pensavano ‘Grazie a Dio è finita. Grazie a Dio ne siamo usciti vivi’ ”, ricordò il running back Hank Bauer.
In casa degli sconfitti l’aria era ovviamente diversa, e negli spogliatoi dell’Orange Bowl Don Shula non riuscì a mascherare la profonda delusione.
“Questa sconfitta sarà dura da digerire”, ammise il coach. “Ma questi ragazzi sono dei veri uomini, e l’hanno dimostrato stasera in campo. Sapranno passarci sopra”.
Il tempo avrebbe smussato tanta amarezza, ma né i protagonisti né i milioni di spettatori, potranno mai dimenticare una tale battaglia.

Bibliografia

- 75 Seasons
- wikipedia.org
- www.chargers.com

Great_Games | by Roberto Petillo | 09/12/07

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