Menu:

Ricerca articolo


Le dinastie del football: il professionismo

Il termine “dinastia” fa parte di un’attitudine tutta americana votata al più classico orientamento d’oltreoceano del tentativo di dare un nome, un soprannome o un numero ad ogni cosa che si muova su un campo sportivo. Vittime delle statistiche che ormai hanno contagiato anche gli sport più orientativamente europei come il calcio, agli statunitensi è sembrato normale battezzare come “Dynasty” ogni team capace di dominare nel proprio campo per più volte in un breve periodo di tempo. Non esiste, ovviamente, una logica reale e concreta su come si possa o meno battezzare una dinastia e, spesso, l’utilizzo del termine genera, com’è ovvio, dibattiti tra tifosi e giornalisti.

Per molti esperti, analisti, sportivi o che dir si voglia, per essere considerati una dinastia è necessario vincere almeno tre titoli in un arco di tempo che vada dai tre ai cinque anni, soprattutto nel football dove il solo ripetersi in due anni consecutivi (“back to back”, sempre per dirla all’americana) è diventata negli anni un’impresa quasi impossibile da compiere, certamente molto rara. L’evoluzione del gioco, le nuove regole imposte su salary cap e free agency hanno obbligato nel tempo le società della Nfl a muoversi in modo diverso sul mercato e all’interno del proprio roster, rendendo difficilissimo confermare ventidue titolari tra difesa e attacco per più di tre stagioni.
L’idea che ci siamo fatti è in realtà che una dinastia, una vera dinastia, sia una squadra in grado di generare una base di giocatori e un sistema di gioco capaci di rendere al meglio per parecchie stagioni portando la squadra a vincere il titolo più volte nell’arco di una decade, tempo massimo entro il quale un team può riuscire ad esprimersi ai massimo livelli senza stravolgere troppo la terra su cui si era cominciato a seminare.

Certamente una grande differenza tra le dinastie del football è quella tra il professionismo e il college, dove la diversità della gestione dei team rende necessario leggere in modo diverso il termine stesso di dinastia, il quale a livello NCAA non sempre si lega con la vittoria del titolo nazionale, ma va più di pari passo con i record stagionali vincenti, le strisce d’imbattibilità e la forza impressa sulla lega collegiale nel corso degli anni.

In questa prima parte cercheremo di fare un rapido resoconto delle squadre che hanno dominato per più anni il mondo del professionismo in un arco di tempo piuttosto ridotto, cercando di dare un nome a ogni presunta dinastia apparsa sui campi da football. Sarà interessante, in un secondo momento, valutare anche le squadre collegiali, per capire le differenze che esistono tra i due mondi e sul concetto di dominio sul campo, differenze che variano nei tempi, nei modi e nelle gestioni delle squadre.

Trovata la solidità e la continuità solo grazie alla NFL nel 1920, il football professionistico incontra come prima squadra dominatrice quella dei Canton Bulldogs, franchigia che trionfa per ben due volte consecutive nel 1922 e 1923, casualmente i primi due anni in cui la lega prende il nome attuale. La doppietta iniziale è firmata dalla squadra con base a Canton, nell’Ohio, oggi sede dalla Hall of Fame del football professionistico; con tre pareggi in due anni Canton chiuse entrambe le stagioni da campione con un record pari al 100 percento in quanto la NFL non considererà “ufficiali” i pareggi per ancora parecchi decenni. A sopravvivere all’incredibile forza della squadra allenata da Guy Chamberlin furono i Dayton Triangles e i Toledo Maroons il primo anno (due “zero a zero” in una stagione che vide i Bulldogs infilare sei shutout e totalizzare un record totale di punti segnati-subiti pari a 184-15) e i Buffalo All-Stars (3-3) il secondo. Lontani probabilmente dall’idea di concepire logiche che si avvicinassero alle terminologie moderne, quale “dinastia”, appunto, i Bulldogs impressero il primo vero dominio sulla lega, tanto che, quando il roster venne interamente spostato a Cleveland per dare vita a una nuova squadra che sostituisse gli Indians per il volere del gioielliere Sam Deutsch, la squadra s’impose di nuovo su tutte le rivali.
I Cleveland Bulldogs persero la gara giocata contro gli Yellow Jackets di Frankford, ma s’imposero con un record di 7-1-1, registrando 229 punti segnati e solo 60 subiti; la dinastia, però, non può essere considerata reale, ammesso che si possano davvero trovare i canoni oggettivi per farlo, per quei Bulldogs perché, di fatto, lo spostamento voluto da Deutsch aveva cancellato una squadra per crearne una nuova con storie, record e vicissitudini differenti.

Ecco allora che il primo team a infilare tre vittorie una dopo l’altra divennero i Green Bay Packers del mitico Curly Lambeau. I Packers riuscirono a trionfare nel 1929 senza perdere nemmeno una gara (fermati solo dagli Yellow Jackets per un pareggio senza punti) e beffando gli incredibili NY Giants (una sconfitta) dei 312 punti segnati ma battuti 20-6 proprio dai Packers. La doppietta fu messa a segno l’anno seguente ancora ai danni dei Giants e sfruttando l’annullamento dei pareggi; i Giants del 1930 vinsero infatti 13 gare contro le 10 di Green Bay i quali perderanno però una gara in meno (tre contro le quattro dei Big Blues) pareggiando all’ultima giornata a Portsmouth. Nel 1931 dominarono la Lega (13-2) grazie a un attacco devastante (318 punti segnati, dopo di loro Portsmouth e New York a 161) e portarono a casa il terzo titolo consecutivo mettendo a segno il primo vero dominio da parte di una squadra professionistica prima dell’inserimento del Championship NFL che arriverà solo nel 1933.

Si arriva così agli anni ‘40 dove i Chicago Bears vincono 4 titoli tra il 1940 e il 1946 giocando ben quattro finali consecutive nei primi quattro anni della decade. I Bears guidati dal quarterback Sid Luckman trionfarono nel 1940 battendo in finale i Washington Redskins 73-0, il più grande margine di sempre nella National Football League. Nel 1941 Chicago perde una sola gara in tutta la stagione (contro i Packers), e sconfigge i Giants in finale (37-9). Sono gli anni in cui nasce la leggenda dei Monsters of the Midway e la squadra di George Halas conquista un terzo titolo nel 1943, sempre contro Washington, dopo aver perso, con avversari i Redskins (ancora loro!), il Championship dell’anno precedente. La Seconda Guerra Mondiale impoverì di tecnici e giocatori la NFL e ai Bears servì qualche anno per riavere alcuni atleti fondamentali e riorganizzare le cose per tornare, nel 1946, sul tetto del mondo (24-14 sui NY Giants).

La fine di quella decade presenta il back-to-back dei Philadelphia Eagles (1948, 7-0 sui Chicago Cardinals e 1949, 14-0 sui LA Rams) e apre le porte alla storia di una delle squadre più forti di sempre nel football professionistico: i Cleveland Browns. Tra il 1940 e il 1955 la squadra guidata dal mitico quarterback Otto Graham trionfa in tutte e quattro le edizioni della AAFC ed entra nella NFL (nel 1950, appunto) dove conquista il diritto a partecipare al Championship Nfl in ognuno dei primi sei anni della propria partecipazione. I Browns vinceranno subito nella gara del loro esordio contro i detentori del titolo, i Philadelphia Eagles, per poi coronare la stagione battendo in finale i Los Angeles Rams (30-28). Perse tre finali consecutive i Browns si rifaranno poi nel 1954 e nel 1955 (56-10 ai Lions e 38-14 ai Rams) prima di prendersi una pausa e rigiocarsi il titolo nel 1957 (sconfitta con Detroit 59-14).
Considerando che la Hall of Fame decise poi di considerare “validi” anche i record della AAFC, i Browns contano su ben dieci Championship disputati consecutivamente, di cui sette vinti; in NFL si limitano a sette finali (sei consecutive) e tre vittorie, perdendo solo tredici gare di regular season nelle prime sei stagioni.

A contendere la nomea di squadra più forte della NFL nei primi anni Cinquanta ai Browns, furono certamente i Detroit Lions, i quali dal canto loro raggiunsero quattro Championship in sei anni e vinsero i titoli del 1952, 1953 e 1957. Se è vero, com’è vero, che la formazione allenata da Raymond Parker e guidata dietro al centro da Bobby Layne, non valeva quanto la corazzata di Cleveland, è vero anche che i Lions trovarono il modo di scontrarsi al Championship in tutte e quattro le occasioni capitategli proprio contro i Browns e per ben tre volte riuscirono a trionfare. Nel 1952 Detroit perse tre partite prima di giungere a contendere il titolo a Cleveland e vincere per 17-7, mentre furono solo i LA Rams a battere Detroit in regular season, ed in entrambe le partite disputate, nel 1953, ma anche allora Detroit vinse la finalissima contro i Browns (17-16). Nel 1954 i Lions subiscono la più pesante delle vendette da parte di Otto Graham e soci che rifilano a Detroit un tremendo 56-10 che impedisce a Layne e compagni di infilare una storica tripletta. La rivincita arriverà come detto nel 1957 quando con coach George Wilson sulla sideline Bobby Layne e soci arrivano fino al 59-14 che vale l’incredibile ed ultimo titolo finora conquistato dalla franchigia del Michigan.

Gli anni ‘60 sono gli anni in cui nasce il Super Bowl, ultimo spartiacque tra due differenti ere del football giocato, ma sono soprattutto gli anni dei Green Bay Packers di Vince Lombardi . I Packs di quella decade sono una macchina perfetta capace di vincere cinque titoli in sette anni, tra i quali proprio i primi due Super Bowl giocati. Nel 1961 e nel 1962 arriva la prima striscia vincente delle Cheeseheads che chiudono 11-3 la prima regular season spazzando via i Giants in finale (37-0) ripetendosi un anno dopo, stessa squadra avversaria stesso esito (16-7 finale), dopo che solo i Detroit Lions avevano battuto in regular season la squadra di Lombardi e Bart Starr. Nel 1965 tocca ai Browns perdere le ultime chance di vittoria in finale contro Green Bay (23-12), mentre nel 1966 esordisce il Super Bowl, ancora chiamato NFL-AFL Championship. I Packers vinceranno gli ultimi due titoli NFL e le rispettive sfide contro i campioni AFL, per lasciare poi spazio a Baltimora e Minnesota che, seppur sconfitte al Super Bowl, sono le ultime due vincitrici di un NFL Championship dato che, nel 1970, le due leghe diventeranno un’unica cosa e al posto della finale del titolo vi saranno le finali di NFC e AFC. Per la cronaca, comunque, i Packers trionfarono nei primi due Super Bowl per 35-10 su Kansas City e 33-14 su Oakland, diventando di fatto la prima, breve, dinastia dell’era moderna del football, quella del Super Bowl.

Non passa molto prima di trovare un’altra dominatrice della Lega; i Miami Dolphins allenati da Don Shula, infatti, compiono due imprese in un solo biennio nel 1972-73 . La prima è la perfect season del 1972 (14-0 in stagione) culminata con la vittoria per 14-7 su Washington al Super Bowl VII, la seconda quelle di essere diventata la prima squadra della AFC a vincere due volte di seguito grazie al bis concesso un anno dopo in una stagione conclusa con solo due sconfitte (Oakland e Baltimore).

Ma il vero dominio sulla Lega di quel decennio lo impongono i Pittsburgh Steelers di fine anni Settanta
, capaci, unici di sempre, a vincere quattro titoli in sei anni (1974, ’75, ’78, ’79). All’interno di questo “regno” gli Steelers della poderosa Steel Curtain vinceranno sei titoli divisionali consecutivi (sette in tutti gli anni ’70) e sconfiggeranno al Super Bowl rispettivamente: Minnesota Vikings (16-6), Dallas Cowboys (21-17 e 35-31) e Los Angeles Rams (31-19). Chuck Noll, allenatore degli Steelers di quell’epoca, guidò la squadra ad un’impresa titanica, impensabile in un’era di football dove tutto era diventato più veloce, duro e con una gestione della squadra sempre più complessa. Il football guadagnava in popolarità e gli Steelers mietevano un successo dopo l’altro ma, con l’avvento degli anni Ottanta
, vincere così tanto in breve tempo divenne sempre più complesso.

Grandi squadre come NY Giants, Washington Redskins , LA/Oakland Raiders riusciranno a trionfare in più stagioni, ma senza mai mettere le mani su una doppietta, divenuta ormai impresa quasi impossibile e della quale sono capaci solo le squadre realmente in grado di scrivere la storia del gioco su più pagine degli annali. Tra queste riesce quella che è stata una delle più forti di sempre, certamente una delle più vincenti. Quattro Super Bowl in nove anni con il quinto alla quattordicesima stagione come a conclusione di una splendida, unica storia, cinque titoli divisionali consecutivi negli anni ’80, due dei più grandi quarterback di sempre, il wide receiver che ha riscritto ogni record e l’unica dinastia che riuscì a vincere cambiando due coach: questi sono i San Francisco 49ers.
Comincia tutto nel 1981 quando la squadra di coach Bill Walsh inizia la stagione con due sconfitte in tre gare, ma a fine anno il totale sarà soltanto tre partite perse e i Niners vinceranno il titolo sui Bengals per 26-21. Inserita tra i grandi team della NFC di quel periodo, nessuno pensa davvero che San Francisco possa compiere l’impresa che poi passerà alla storia, ed infatti il 15-1 del 1984 con conseguente vittoria del titolo (38-16 su Miami) sembra l’apice irripetibile per la squadra di Walsh, Joe Montana e Jerry Rice.

Passano altre tre stagioni, infatti, prima di rivedere ai vertici San Francisco, la quale riesce nell’impresa di infilare una doppietta che ha dell’incredibile, con un 1988 altalenante (10-6 il record finale) chiuso con la vittoria su Cincinnati per 20-16 e un 1989 (sulla sideline per il primo anno George Seifert) senza rivali con il 14-2 infilato in stagione e dei playoffs dominati fino all’incredibile 55-10 del Super Bowl piazzato contro Denver, la più ampia differenza di risultato in questo evento. E’ il canto del cigno, la fine dell’epoca Montana e della dinastia dei suoi 49ers i quali, per chiudere il cerchio, vincono ancora nel 1994 con Steve Young
in cabina di regia e diventano la prima squadra a salire a cinque vittorie nel Super Bowl.

Gli anni ’90 non sono però appartenuti ai 49ers, ma ad altre due leggende del football. La dinastia dei Dallas Cowboys (tre titoli in quattro anni) e la grande rivincita dei Denver Broncos di John Elway (back-to-back nel 1998-99). I texani dominano nel periodo in cui Young porta a termine il discorso iniziato da Montana, unica stagione in cui i Cowboys non arrivano al Super Bowl, eliminati proprio dai Niners in un epocale Championship NFC. I ‘Boys di Jimmy Johnson schierano una delle squadre maggiormente equilibrate di sempre, un grande attacco (Troy Aikman, Emmitt Smith e Michael Irvin i più celebri) e un’ottima difesa (Darren Woodson, Ken Norton, Thomas Everett per citare alcuni Pro Bowler) perdono solo sette partite in due stagioni e sconfiggono per due volte consecutive i Buffalo Bills al Super Bowl (52-17 e 30-13), prima di ripetersi (27-17) contro gli Steelers al Super Bowl XXX, dopo aver perso solo 8 volte ancora (9 con i playoffs) nelle due stagioni successive alla doppietta. Da notare come, tra le altre cose, i Buffalo Bills costituirono a loro volta una dinastia interna alla sola AFC, vincendo per quattro volte la conference e diventando la prima e unica squadra a giocarsi quattro Super Bowl consecutivi. La formazione di Marv Levy perderà solo 15 gare di regular season in quattro stagioni, ma anche tutti e quattro i Super Bowl giocati senza così riuscire a depositare una meritata firma sull’albo d’oro della competizione.

Terminata l’era dei Cowboys sembra che la NFL sia pronta ad avviarsi a un’epoca in cui, grazie alle regole su salary cap e free agency, sarà praticamente impossibile aprire cicli vincenti di tali dimensioni. Bisognerà aspettare il nuovo millennio, quindi non certo un’eternità, prima di trovarsi ad avere a che fare con un nuovo dominio così forte, ma nel frattempo sarà John Elway a compiere l’impresa e a vincere i titoli nel 1997 e nel 1998 sconfiggendo i Packers campioni in carica (31-24) e gli Atlanta Falcons (34-19) e ponendo fine al dominio delle squadre NFC che proseguiva da 13 stagioni.

Sono però i New England Patriots allenati da Bill Belichick e capitanati da Tom Brady a compiere l’impresa più recente (tre titoli NFL in quattro stagioni, a un passo dall’eguagliare il record degli Steelers), diventando la squadra del back-to-back del nuovo millennio (dopo Miami e Steelers, nei Settanta, San Francisco negli Ottanta e Dallas e Denver nei Novanta). Cinque titoli divisionali in sei stagioni, dal 2001 sempre con record vincenti, cinque volte ai playoffs con solo due sconfitte, quattro volte alla finale di conference e, come detto, tre anelli portati a casa (2001, 2003 e 2004). Pur mancando il record di Pittsburgh, i Patriots sono comunque riusciti a diventare la seconda squadra a trionfare tre volte in quattro anni nell’era del Super Bowl e il loro dominio potrebbe non essere ancora finito.

Ripassando velocemente questa sintesi sulle grandi squadre dominatrici nella storia del football professionistico è facile intuire che, fondamentalmente, è dinastia quella squadra che riesce a dominare col proprio gioco in più stagioni all’interno di una decade, e poco importa se qualcuno riesce a fare meglio. Se è vero infatti che gli Steelers degli anni ‘70 sono stati la squadra più forte di quella decade è impossibile sottovalutare la doppietta dei Dolphins che nello stesso periodo persero solo tre gare in due anni vincendo due titoli. Così come risulta difficile, anche se con un anello in meno, considerare inferiore l’impresa del quasi quarantenne Elway negli anni ‘90 a discapito dei tre titoli di Dallas. E’ difficile separare il dominio dei 49ers
di Joe Montana dal titolo di quelli di Steve Young uniti da una sottile linea fatta di vittorie imprese, così come non ci si può stupire se, talvolta, a Detroit o Philadelphia vanno ancora fieri di vittorie ottenute in un’epoca che, saltuariamente, ci dimentichiamo quasi essere esistita.

E’ possibile togliere la nomea Monsters of the Midway a Chicago solo perché nata con trionfi antichi? O cancellare le vittorie di Vince Lombardi nell’era pre Super Bowl? E dimenticarsi di quanto fatto dai Cleveland Browns
nell’esperienza mista tra due differenti leghe professionistiche? O addirittura non considerare i Patriots del nuovo secolo una delle squadre più forti di sempre? Direi che sia impossibile e, conoscendo la storia, non resta che aspettare di vedere chi sarà, nel prossimo decennio, la squadra più dominante del prossimo futuro.

Dovendo comunque scegliere le squadre più dominanti e forti per ogni decade ristrette alla sola NFL, il resoconto finale, per il football professionistico, potrebbe essere il seguente:

Anni Venti: Canton Bulldogs (2 titoli consecutivi)*
Anni Trenta: Green Bay Packers (3 titoli di fila)+
Anni Quaranta: Chicago Bears (3 titoli in quattro anni)
Anni Cinquanta: Cleveland Browns (3 titoli tra il 1950-55, gli ultimi consecutivi) e Detroit Lions (3 tra il 1952-57, I primi due di fila)°
Anni Sessanta: Green Bay Packers (3 titoli NFL e 2 Super Bowl)^
Anni Settanta: Pittsburgh Steelers (4 titoli in sei stagioni, 2 back to back)
Anni Ottanta: San Francisco 49ers (4 titoli, di cui 2 consecutivi)
Anni Novanta: Dallas Cowboys (3 titoli in quattro anni)
Duemila: New England Patriots (3 titoli in quattro anni, 4 finali in sette)

* I titoli dei Canton Bulldogs vennero vinti in base al record di vittorie mentre la NFL, così come accade per il college, aveva cominciato nel 1920 scegliendo il proprio campione attraverso il voto

+ Il primo titolo è in realtà del 1929

° I Cleveland Browns hanno vinto anche 4 titoli di AAFC nella decade precedente

^ L’anno in cui si disputarono i due Super Bowl la AFL e la NFL erano ancora divisi, di fatto, quindi, i Packers vinsero 5 titoli NFL e 2 Super Bowl, anche se come computo totale vengono considerati 5 titoli

Speciali | by Alessandro Santini | 10/07/07

blog comments powered by Disqus