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Super Bowl Story: E se....

In ogni Super Bowl sono avvenuti degli episodi che avrebbero potuto girare l’inerzia della sfida e magari provocare un diverso risultato finale: analizziamo insieme i dieci “e se..” più famosi. (L’ordine è cronologico, a parte l’ultima posizione; la scelta degli episodi è personale).

1) Super Bowl III : New York Jets – Baltimore Colts: 16 – 7
Dopo due sconfitte nei primi due Super Bowl, la AFL è sicuramente considerata inferiore alla NFL; non la pensa così il QB dei Jets “Broadway” Joe Namath, che pochi giorni prima della partita garantisce una facile vittoria di New York sui Baltimore Colts di Don Shula.

Nonostante i dubbi degli addetti ai lavori, i Jets prendono subito l’inerzia della sfida, portandosi sul 7-0 all’inizio del secondo quarto; i Colts, dominatori della regular season, sono in difficoltà, tanto che nel terzo periodo il coach Don Shula sostituisce Earl Morrall con il vecchio Johnny Unitas.

In effetti, i Colts avrebbero avuto alcune opportunità per segnare nei primi due quarti, sprecandole malamente: dopo aver forzato i Jets ad un punt sul drive di apertura della gara, Baltimore arriva a sole 19 yards dalla endzone avversaria, quando Morrall decide di lanciare verso Willie Richardson; trovatosi completamente solo a causa della scivolata del safety Jim Hudson, il WR dei Colts si lascia incredibilmente sfuggire il pallone, che cade incompleto.

Nel gioco successivo, il TE Tom Mitchell si libera da ogni marcatura, ma il passaggio di Morrall è troppo alto; dopo un terzo down infruttuoso, Don Shula manda in campo il suo kicker Lou Michaels, che però sbaglia clamorosamente un FG da 27 yards.

Verso la fine del secondo quarto, sotto 7-0 dopo un ulteriore errore di Michaels, i Colts si trovano sulle 41 yards avversarie, sperando di segnare almeno 3 punti prima del riposo: Shula decide di giocare un trick play, in cui il RB Tom Matte, ricevuto l’hand off da Morrall, restituisce il pallone al proprio QB; il WR Jimmy Orr si libera da ogni tipo di marcatura, tanto che il difensore più vicino si trova ad oltre 15 yards di distanza.

Essendo la prima opzione, Orr dovrebbe ricevere l’ovale, ma Morrall non lo vede e lancia verso il FB Jerry Hill; purtroppo per i Colts, Jim Hudson precede Hill, completando l’intercetto che chiude il secondo quarto.

Nella ripresa i Jets controlleranno la gara, vincendo 16-7, in uno dei più famosi upset (termine con cui si indicano risultati sorprendenti) nella storia dello sport americano: l’esultanza di Namath (eletto MVP), che uscendo dal campo muove l’indice in segno di vittoria, è una delle immagini più ricorrenti nei documentari sul football; inoltre, il coach di New York Weeb Ewbank si prende la soddisfazione di battere la squadra da lui guidata a due titoli NFL nel 1958 e nel 1959.

Grazie a quel successo, i Jets dimostrano che il livello della AFL è paragonabile a quello della NFL; un anno dopo, la vittoria dei Chiefs sui Vikings confermerà la situazione e nel 1970 le squadre della AFL saranno assorbite nella NFL.

Ma se Baltimore non avesse sprecato tutte quelle occasioni…

2) Super Bowl XI: Oakland Raiders – Minnesota Vikings: 32 – 14
Nel gennaio 1977, i Minnesota Vikings vincono nuovamente il titolo della NFC, qualificandosi per la quarta volta al Super Bowl; purtroppo, in tutte le finali precedenti (IV, VIII, IX), i Vikings erano stati dominati, senza tra l’altro avere la possibilità di guidare il punteggio neanche nelle fasi iniziali della partita.

Contro Oakland, i Vikings hanno un’opportunità d’oro per portarsi finalmente in vantaggio quando, in seguito ad un punt bloccato, conquistano un 1st and Goal a sole 3 yards dalla linea di meta; mancano 5 minuti alla fine del primo quarto e Minnesota può segnare i primi punti della partita: purtroppo al secondo down, il RB Brent McClanahan perde il pallone e il fumble viene ricoperto dai Raiders, che dopo lo scampato pericolo, imporranno il loro gioco, vincendo nettamente.

Tra le azioni più memorabili vanno sicuramente ricordati il placcaggio terrificante del defensive back dei Raiders Jack Tatum sul WR di Minnesota Sammy White e l’intercetto riportato in end zone da parte di Willie Davis.

Ma se i Vikings avessero sfruttato quell’occasione…

3) Super Bowl XIII : Pittsburgh Steelers – Dallas Cowboys: 35 – 31
La seconda sfida tra Steelers e Cowboys è una delle più spettacolari della storia e viene ricordata ancora oggi con grandissima emozione dagli appassionati.

Nel terzo quarto sul punteggio di 21-14 per Pittsburgh, i Cowboys hanno una ghiotta opportunità per segnare: 3rd e 3 a sole 10 yards dalla linea di meta. Roger Staubach lancia un perfetto passaggio in endzone per il TE Jackie Smith, che, assolutamente libero da ogni marcatura, si lascia sfuggire il pallone.

I Cowboys si devono accontentare del field goal, ma poi Pittsburgh prenderà il largo, portandosi sul 35-17; a nulla serviranno i due TD conclusivi di Dallas.

Ma se Jackie Smith avesse trattenuto il pallone…

4) Super Bowl XVI: San Francisco 49ers – Cincinnati Bengals: 26 – 21
Dopo aver sconfitto Dallas nel Championship della NFC, i 49ers raggiungono per la prima volta il Super Bowl, dove ad affrontarli ci sono i Cincinnati Bengals; l’inizio della grande finale è nettamente favorevole a San Francisco, che, al termine del primo tempo, vince 20-0.

La gara sembra decisa, tuttavia i Bengals iniziano la rimonta e, dopo aver segnato il TD del 20-7, si guadagnano un 1st and Goal sulle 3 yards, anche se San Francisco resiste per i primi tre tentativi (fantastico il placcaggio di Dan Bunz su Charles Alexander): il coach dei Bengals Forrest Gregg decide di giocare il quarto down, ma il RB Pete Johnson viene fermato prima di aver varcato la Goal Line;

A fatica, i 49ers riusciranno a contenere il ritorno di Cincinnati, conquistando il primo titolo della loro storia e Joe Montana (14 – 22, 157 Yds, 1 TD; 1 TD su corsa) riceverà il titolo di MVP.

Ma se i Bengals avessero sfruttato quell’occasione…

5) Super Bowl XVII : Washington Redskins – Miami Dolphins: 27 – 17
Dieci anni dopo la celeberrima Perfect Season , i Miami Dolphins ritrovano al Super Bowl i Washington Redskins, la squadra guidata da Joe Gibbs.

Il primo tempo si era chiuso con Miami in vantaggio per 17-10, grazie unicamente a due big plays, vale a dire un TD pass da 75 yards di David Woodley per Jimmy Cefalo e un kick-off return riportato in endzone (il primo nella storia del Super Bowl) da Fulton Walker.

Nel terzo quarto, i Redskins riducono le distanze con un Field Goal, ma devono fronteggiare un primo down all’interno delle proprie 20 yards: Joe Theismann effettua un passaggio, ma Kim Bokamper intuisce la giocata e, deviata la traiettoria del pallone, è pronto a completare l’intercetto, ma soprattutto a segnare il TD del 24-13; Theismann, con la forza della disperazione, riesce a disturbare Bokamper, che non riesce a controllare l’ovale. Passato lo spavento, i Redskins ribalteranno la situazione e, grazie ad un eccezionale John Riggins e alla pessima prova del QB di Miami David Woodley, il Vince Lombardi Trophy si trasferisce per la prima volta nella Capitale.

Ma se Kim Bokamper avesse trattenuto quel pallone…

6) Super Bowl XXI: New York Giants – Denver Broncos: 39 – 20
Grazie al memorabile Drive nella finale della AFC, i Denver Broncos raggiungono per la seconda volta nella loro storia il Super Bowl, la prima con John Elway.

L’inizio della sfida è molto positivo per Denver, che in vantaggio per 10-7, si guadagna un 1st and Goal ad una sola iarda dal TD: tuttavia, la difesa di New York riesce a bloccare i primi tre tentativi, forzando i Broncos ad un Field Goal, che viene sbagliato da Rich Karlis.

Dopo aver subito una safety, che porta il punteggio sul 10-9, Elway tenta un ulteriore attacco alla endzone avversaria; il primo tempo sta per scadere, tuttavia i Broncos hanno la possibilità di battere un facile Field Goal da 34 yards: incredibilmente Karlis fallirà ancora la trasformazione.

Nella ripresa Phil Simms, con una prestazione divina (22-25), condurrà i Giants alla vittoria.

Ma se Karlis non avesse commesso quegli errori…

7) Super Bowl XXII: Washington Redskins – Denver Broncos: 42 – 10
Dopo la delusione dell’anno precedente, i Broncos ritornano al Super Bowl, dove questa volta i loro avversari sono i Washington Redskins .

Denver parte subito fortissimo, grazie ad un John Elway in forma smagliante: sul primo gioco in attacco, il regista di Denver trova Ricky Nattiel per il 7-0 e, dopo essere diventato il primo quarterback a ricevere un passaggio nel Super Bowl, permette a Karlis di fissare il punteggio sul 10-0.

Sul kick-off susseguente al field goal, il returner Ricky Sanders viene colpito duramente da Ken Bell e perde il pallone, provocando una vera e propria mischia di giocatori che cercano di ricoprire il fumble: nonostante le proteste dei Broncos e le dichiarazioni di Bell (che ancora oggi giura di aver controllato il pallone), gli arbitri assegnano il possesso a Washington.

Nel secondo quarto i Redskins esploderanno con 35 punti, spazzando via i Broncos.

Ma se gli arbitri avessero assegnato quel possesso ai Broncos…

8) Super Bowl XXIII : San Francisco 49ers – Cincinnati Bengals: 20 – 16
In tutti i 5 Super Bowl giocati, i quarterback di San Francisco sono sempre riusciti ad evitare gli intercetti, una prestazione il cui merito principale va a Joe Montana.

La partita contro i Bengals è sostanzialmente dominata dall’attacco dei 49ers (Montana lancerà per 357 yards, Rice riceverà per 215), ma alcuni fumble e una pessima prestazione del kicker Mike Cofer lasciano in partita Cincinnati, che, con il ritorno di Stanford Jennings, si porta sul 13-6.

Nel quarto periodo i 49ers hanno un 1st and 10 sulle 14 avversarie e Montana cerca immediatamente di segnare: tuttavia, il lancio non è preciso, tanto che il CB Lewis Billups (vittima per 60 minuti delle finte di Rice) riesce a mettere le mani sul pallone, senza però riuscire a controllarlo; nell’azione successiva Rice, con uno spettacolare movimento, realizzerà il TD del pareggio.

Poi, nel quarto periodo Montana avrebbe strabiliato il mondo con un meraviglioso drive.

Joe Montana al termine del SB XXIII

Ma se Billups avesse intercettato quel pallone…

9) Super Bowl XXVII: Dallas Cowboys – Buffalo Bills: 30 – 13
Per il quarto anno di fila Buffalo vince il titolo della AFC, stabilendo un record per apparizioni consecutive al Super Bowl; nella grande finale ci sono i Dallas Cowboys, campioni del mondo in carica e autori di una impressionante prova di forza contro i San Francisco 49ers nel Championship Game della NFC.

La pressione sui Bills è notevole poiché un’ulteriore sconfitta li etichetterebbe per sempre come perdenti assoluti: in nessuna disciplina dello sport professionistico americano, una squadra aveva mai giocato quattro finali consecutive senza totalizzare neanche una vittoria; molto più rilassati sono i Cowboys, consci della loro forza e pronti a riconfermarsi i migliori della NFL.

La prima parte della gara, invece, vede una supremazia dei Bills: Jim Kelly è molto preciso, la difesa, guidata da un incontenibile Bruce Smith in linea, non si lascia sorprendere dal temutissimo attacco di Dallas; nonostante un fumble iniziale di Thurman Thomas, l’inerzia della sfida è per i ragazzi di Marv Levy.

Sul finire del secondo quarto, sul punteggio di 10-6 per i campioni AFC, Bruce Smith, liberatosi per l’ennesima volta della copertura degli uomini di linea, si lancia verso Troy Aikman : il QB dei Cowboys, sentendo la pressione, affretta i tempi, ma il suo lancio viene intercettato da Nate Odomes, regalando ai Bills un’opportunità d’oro per realizzare altri punti.

Kelly sposta il pallone fino all’interno delle dieci yards, ma sul terzo down la difesa di Dallas resiste, limitando Buffalo ad un field goal da tre punti: il primo tempo si chiude sul 13-6 per i Bills.

All’inizio del terzo periodo, Thurman Thomas commette un fumble e il pallone viene raccolto da James Washington, che lo riporta in endzone: i Dallas Cowboys pareggiano, prendono l’inerzia della gara, mentre i Bills, ancora sconvolti, si sciolgono e vengono travolti da Emmitt Smith.

Ma se i Bills avessero segnato un TD invece di accontentarsi del FG nei secondi finali del primo tempo…

10) Super Bowl XXV: New York Giants – Buffalo Bills: 20 – 19
Il Super Bowl XXV è un derby dello stato di New York tra Giants e i Bills: leggermente favoriti sono i campioni AFC, che dispongono di un attacco stratosferico con Jim Kelly e Thurman Thomas; i Giants, che avevano eliminato i favoritissimi 49ers, devono rinunciare al loro QB titolare Phil Simms, infortunato e sostituito da Jeff Hostetler.

La prima parte della gara rispetta i pronostici e i Bills vanno al riposo sul 12-3 in loro favore; nel terzo quarto i Giants, guidati da Bill Parcells e dal defensive coordinator Bill Belichick, girano la partita, attuando un gioco conservativo: la difesa di Buffalo resterà in campo per tantissimo tempo, poiché New York controlla il possesso del pallone. Il drive di apertura dei Giants nel terzo quarto si prolungherà per quasi dieci minuti.

Sotto 20-19 i Bills hanno l’ultima opportunità per ribaltare l’incontro, ma si devono arenare sulle 30 yards, obbligando il kicker Scott Norwood a battere un FG da 47 yards: il calcio, purtroppo, è impreciso (anche se per poco) e i New York Giants sono campioni del mondo; nonostante una fantastica prestazione di Thurman Thomas, i Bills sono stati battuti.

Norwood diventa il capro espiatorio, ma accusare solo lui è sbagliato, anche perché calciare un FG da 47 yards (tutt’altro che automatico) con quella pressione addosso è davvero difficilissimo; il Super Bowl V, il Super Bowl XXXVI e il Super Bowl XXXVIII sono stati decisi da un FG vincente negli ultimi secondi, ma la situazione psicologica di Jim O’Brien e Adam Vinatieri non può essere paragonata a quella di Scott Norwood: un eventuale errore dei kicker di Baltimore e New England avrebbe allungato la partita ai supplementari, ma non causato la sconfitta della propria squadra.

Dopo quella delusione, i Bills avrebbero vinto il titolo AFC altre tre volte, incappando in altrettante batoste nei Super Bowl: Thurman Thomas disputerà tre finali mediocri, commettendo dei fumble gravissimi, mentre Buffalo diventa sinonimo di franchigia perdente.

Ma se Norwood avesse realizzato quel FG, forse i Bills avrebbero creato una dinastia e magari sarebbero diventati la squadra degli anni ’90.

Speciali | by Stefano Quaino | 03/03/07

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