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Atlanta Falcons

Per tanto tempo il sud-est degli Stati Uniti era stato l’oggetto del desiderio dell’imprenditoria locale, tante persone si erano date da fare per portare a termine l’organizzazione di una franchigia di football professionistico nell’area di Atlanta, ed il risultato momentaneo era stato un semplice accumulo di tentativi andati a vuoto, frutto di disparate motivazioni e difficoltà.
Nell’estate del 1965 c’era ancora chi non si era dato per vinto, diversi gruppi locali raccoglievano forze economiche e mentali al fine di regalare il football professionistico alla metropoli della Georgia: esisteva già uno stadio adeguato, il Fulton County Stadium, e molti erano gli aspetti di cui doversi prendere cura per far partire il progetto.

Intuite le potenzialità degli investitori l’allora Commissioner Pete Rozelle, che aveva odorato il rischio di vedersi assegnare la squadra alla rivale Afl, non esitò a recarsi ad Atlanta per forzare le autorità cittadine competenti a compiere una scelta, e quando il 30 giugno di quell’anno questa ricadde proprio sulla cordata capitanata da Rankin Smith Sr., un pezzo grosso del settore assicurativo che aveva richiesto l’ingresso in Nfl, l’ufficio di questi venne subissato di lettere e telefonate che richiedevano biglietti per la stagione inaugurale, tanto era l’entusiasmo di una città in preda all’entusiasmo per la splendida notizia.
La squadra venne battezzata Falcons dopo un concorso che vide pervenire ben 558 nomi diversi, la vincitrice della competizione fu la professoressa Julia Elliott, un’insegnante di Griffin, Georgia, la quale giustificò così la sua scelta: “Il falco è un animale orgoglioso e degno, coraggioso e combattivo. Non smette mai di cercare la sua preda, è mortale, ed ha una grande tradizione nel mondo sportivo.”

Rankin Smith Sr. comincia quindi la sua avventura di owner nella Nfl, assume il primo head coach della storia dei suoi Falcons, Norb Hecker, e lo scout Gene Cronin, abbinando i due nella valutazione dei giocatori che sarebbero andati a comporre il primo roster pescando tra expansion players, draft, free agents e successivi scambi. Tommy Nobis, linebacker di notevoli qualità proveniente da Texas, diventa il primo giocatore ufficiale della storia della franchigia quando viene selezionato il 27 novembre del 1965 durante il draft.
Dopo aver valutato qualcosa come 130 giocatori, i 42 che vengono selezionati prendono parte al training camp a Black Mountain, North Carolina, preparandosi a far esordire la neonata franchigia tra i professionisti. Nel loro primo anno di vita i Falcons appartengono alla East Division della Nfl assieme ad altre 7 squadre, mentre in seguito alla nuova distribuzione divisionale della stagione 1967, vengono assegnati alla nuova Coastal Division assieme a Rams, Colts e 49ers.

1966 – I Falcons, dotati di uniforme nera e casco di colore rosso con il simbolo del falco da ambo i lati (la maglia diventerà anch’essa rossa di lì a breve), giocano la prima gara della loro storia nella preseason del ’66 al Fulton County Stadium davanti a 26.000 spettatori, uscendo sconfitti dal confronto con i Philadelphia Eagles; la prima gara ufficiale di campionato, invece, viene disputata l’11 settembre del 1966 contro i Los Angeles Rams: gli ospiti si portano in vantaggio per 16-0 salvo essere rimontati con 14 punti consecutivi, per poi aggiudicarsi la contesa con un field goal. Dopo nove sconfitte consecutive Atlanta vince la prima partita della sua storia in trasferta contro i Giants battendoli per 27-16 grazie a tre passaggi da TD del quarterback Randy Johnson e due mete di Ernie Wheelwright, che proprio un anno prima aveva vestito la maglia blu di New York. Il primo successo casalingo arriva invece contro i St. Louis Cardinals davanti a 57.000 spettatori e la stagione inaugurale si chiude a quota 3 vittorie ed 11 sconfitte, penultimo record della Eastern Division. Randy Johnson termina con statistiche mediocri, 1774 yards su passaggio, 12 passaggi da TD e 21 intercetti; il running back Junior Coffey si distingue con 722 yards e 4 mete. Tommy Nobis si aggiudica il premio di rookie dell’anno e viene chiamato a disputare il Pro Bowl.

1967/1968 – l’anno successivo è addirittura peggiore, il quarterback Randy Johnson termina il campionato con più di due intercetti medi per TD segnato ed il record è di 1-12-1; la sola vittoria arriva alla settima settimana di gioco con un 21-10 ai danni dei Minnesota Vikings e l’unica soddisfazione è la nuova nomina All-Pro del linebacker Tommy Nobis.
L’era di Norb Hecker ha termine dopo 3 partite della stagione 1968, tutte perse, il suo posto viene preso dal leggendario Norm Van Brocklin, il quale vince al suo esordio contro i Giants di Fran Tarkenton ma finisce l’annata con 9 sconfitte. Il record combinato di Hecker e Van Brocklin è così di 2-12 e la squadra finisce tra le ultime in tutte le categorie statistiche per il terzo anno consecutivo. Il defensive end Claude Humphrey, prima scelta di quell’anno, è nominato rookie difensivo dell’anno.

1969 – La prima partita di stagione regolare porta con sé un piccolo pezzo di storia, in quanto arriva la prima vittoria di sempre in un season opener: dinanzi al pubblico amico i Falcons battono i rivali divisionali di San Francisco per 24-12 collezionando 229 yards su corsa, record di franchigia; il tight end Jim Mitchell, una matricola, sorprende ricevendo due passaggi da TD.
Il proseguio del campionato è ancora insoddisfacente ed il parziale segnala 3 vittorie ed 8 sconfitte prima del positivo rush finale, dove arrivano 3 vittorie consecutive. Un altro pezzo di storia viene scritto il 7 dicembre dal fullback Harmon Wages, il quale segna su corsa, su ricezione ed addirittura lancia un TD pass nella vittoria per 45-17 contro i Saints al Fulton County Stadium.
Il 6-8 finale è il miglior record della breve storia della franchigia e sono 6 i giocatori che vengono selezionati per il Pro Bowl, tra i quali il quarterback Bob Berry, acquisito dai Vikings un anno prima, presente in sole 7 partite ma capace di lanciare 10 TD a fronte di 2 intercetti.

1970 – La Nfl e la Afl si uniscono ed i Falcons entrano a far parte della Nfc West assieme alle vecchie rivali Rams e 49ers, con l’aggiunta dei New Orleans Saints : la crescita attesa tuttavia non si verifica e dopo 3 vittorie nelle prime 6 partite arrivano molteplici delusioni, che portano ad un record di 4-8-2. Nell’undicesima giornata di gioco Atlanta gioca il primo Monday Night della sua storia contro i Miami Dolphins, perdendo per 20-7 al cospetto di 30 milioni di televisori americano sintonizzati.

1971 – La stagione è altalenante, vittorie e sconfitte si susseguono portando il team ad un record di 6-6-1 all’ultima settimana di stagione regolare; il 19 dicembre il calendario prevede la sfida divisionale contro New Orleans, con la ghiotta possibilità di scrivere il primo record vincente della storia della franchigia: i Falcons non si fanno sfuggire l’opportunità e battono i Saints per 24-20 segnando a 40 secondi dal termine la meta decisiva, rimane negli annali la prestazione del wide receiver Ken Burrow, un rookie, che riceve per 190 yards giocando con un polso rotto.

1972/1973 – I progressi sembrano continuare per il verso giusto, l’attacco riparte con Bob Berry come quarterback in pianta stabile, Ken Burrow ed il tight end Jim Mitchell si confermano quali principali bersagli nelle azioni di passaggio, mentre il running game viene assegnato alle gambe del nuovo arrivato Dave Hampton, che riesce a far compiere un salto di qualità al reparto.
Per la prima volta Atlanta si trova a combattere per i playoffs e con un record di 7-5 a due partite dal termine arriva l’importantissima sfida contro San Francisco, anch’essa in corsa per la postseason: i Falcons giocano malissimo quel match decisivo, perdono per 20-0 e vengono esclusi dalla corsa, quindi perdono anche la settimana successiva in casa contro Kansas City. In quella stessa contesa, Dave Hampton supera le 1.000 yards per poi subire una clamorosa beffa: a pochi minuti dal termine viene infatti fermato dalla difesa dei Chiefs per una netta perdita di terreno, e conclude quindi la stagione a quota 995.
Nel 1973 la storia si ripete ed Hampton chiude a quota 997 yards: l’inizio è strepitoso, i Falcons seppelliscono i Saints con un memorabile 62-7 infrangendo contemporaneamente 35 record di squadra, ma perdono le successive 3 contese segnando un totale di 15 punti, fattore che costerà caro più avanti: non basteranno 7 vittorie consecutive, tra le quali una contro gli imbattuti Vikings, per qualificarsi ai playoffs, che vengono mancati per una sola partita: Atlanta finisce con un notevole 9-5, superato però dal 10-4 di Washington, che si prende così l’ultimo posto disponibile.

1974/1977 – Inizia un piccolo ciclo di crisi, la stagione 1974 vede i Falcons vincere solamente 3 volte in 14 apparizioni e Norm Van Brocklin paga di suo perdendo il posto di head coach a favore di Marion Campbell. Tre sono i quarterbacks che si alternano in cabina di regia, Pat Sullivan, Bob Lee e Kim McQuilken, che lanciano solo 4 passaggi vincenti contro 31 intercetti.
Nel draft del 1975 Atlanta seleziona il quarterback Steve Bartkowski da California sperando di rimediare alla loro povera situazione nel ruolo, ma il campionato successivo vede la squadra uscire vincente solamente in 4 occasioni, con il giovane regista spesso in grandi difficoltà. Dave Hampton sfata la sua maledizione personale collezionando 1.002 yards per la stagione, rappresentando l’unica nota lieta di quell’annata.
Bartkowski non riesce a trovare la continuità richiesta, e nella stagione 1976 finisce addirittura per essere retrocesso a riserva; il titolare Kim McQuilken finisce solo per proseguire il disastro lanciando 2 TD pass e 10 intercetti, ed a due giornate dalla fine arrivano le dimissioni volontarie di coach Marion Campbell: il suo sostituto, Pat Peppler, perde le ultime partite stagionali, il record è di 4-10 per il secondo anno consecutivo.

Alla fine della stagione 1976 Tommy Nobis dà l’addio al football giocato, chiude con 5 convocazioni al Pro Bowl e la nomina di membro dell’*All Decade Team* per gli anni ’60; dopo aver guidato la difesa per numero di placcaggi in 9 delle 11 stagioni disputate, il numero di Nobis viene ritirato per sempre dall’organizzazione, ed il suo nome viene inserito nel “Ring Of Honor” del Fulton County Stadium.
Nel ’77 ha inizio una ristrutturazione dell’organizzazione, l’ex quarterback dei Redskins Eddie LeBaron viene nominato general manager della squadra e Leeman Bennett diventa il quinto allenatore della storia del team: in quell’anno i Falcons ottengono un record storico concedendo 129 punti in difesa, miglior prestazione di ogni epoca per una stagione di 14 partite.
L’attacco è tuttavia ancora troppo esitante ed ammassa 179 punti totali, Bartkowski chiude con un rating di 38.4 ed i Falcons finiscono il campionato in pareggio, 7-7.

1978 – La striscia di 5 vittorie consecutive nel pieno della stagione è fondamentale per ottenere la prima qualificazione di sempre ai playoffs, i Falcons sconfiggono due volte San Francisco, quindi Lions, Rams e Saints; quest’ultima partita vede una rimonta a dir poco entusiasmante di Atlanta, sotto 17-6 nelle fasi finali del match: a 2:23 dal termine arriva una meta dopo un drive di 80 yards, mentre a tempo scaduto arriva un passaggio disperato di Bartkowski, che trova le mani del wide receiver Alfred Jackson in mezzo alla confusione della endzone per il 20-17 finale.
I Falcons ospitano gli Eagles per giocarsi la Wild Card della Nfc, non riescono a segnare nei primi tre quarti e vanno sotto di 13 punti: gli uomini di Bennett rientrano in partita solo nell’ultimo periodo segnando due mete, la vittoria viene sancita da un field goal fallito da Philadelphia mentre il cronometro scandisce la fine della partita.
Atlanta vende cara la pelle una settimana dopo contro i Dallas Cowboys, si trova a condurre per 20-13 all’intervallo nonostante il chiaro status di sfavorita ed incassa 14 punti nel secondo tempo senza riuscire a replicare: la partita finisce quando, su un quarto down, l’attacco guidato da Bartkowski si blocca a pochi centimetri dalla linea delle 32 yards di Dallas, restituendo il possesso agli avversari con pochissimi minuti da giocare.

1979 – Il record finale è di 6-10, la difesa concede 388 punti e le soddisfazioni arrivano solamente a livello individuale: il running back William Andrews abbatte il record di Dave Hampton correndo per 1.032 yards nel suo anno da matricola, Bartkowski diventa il primo quartrback della franchigia a superare le 2.000 yards su passaggio ed il defensive back Rolland Lawrence intercetta 6 o più palloni per la quinta stagione consecutiva, arrivando a quota 34 tra il 1975 ed il 1979.

1980 – E’ tempo di scrivere altre pagine di storia, ed arriva così il primo titolo della Nfc West: Steve Bartkowski lancia 31 passaggi da TD aggiungendovi 3.544 yards, William Andrews infrange nuovamente il record di franchigia sulle corse con 1.308 yards ed il duo di ricevitori composto da Alfred Jenkins e Wallace Francis totalizza 1.897 yards e 13 mete. Grazie alle prestazioni di Junior Miller ed Alfred Jackson sono quattro i ricevitori dei Falcons che segnano 6 o più mete. George Jessell Curry, per tutti “Buddy” ed Al Richardson vengono invece premiati quali rookies difensivi dell’anno dalla Associated Press.
La certezza del titolo divisionale arriva il 14 dicembre nella penultima gara di regular season, grazie ad una sonante vittoria per 35-10 contro i 49ers, e nonostante la sconfitta al supplementare contro i Rams di una settimana più tardi, Atlanta ottiene il vantaggio del fattore campo per tutta la durata dei playoffs. Tale vantaggio viene sprecato in occasione della sfida contro i Cowboys di Drew Pearson, i quali segnano una meta nell’ultimo minuto e vincono in rimonta dinanzi ai 60.000 spettatori del Fulton County Stadium dopo essere stati sotto per 24-10 all’inizio del quarto periodo. Il risultato finale sarà di 30-27 per i texani.

1981/1982 – L’inizio del campionato 1981 è molto positivo, le tre vittorie consecutive portano entusiasmo; nell’ultima di queste i Falcons perdono però tre titolari per infortunio ed il bilancio arriva presto in pareggio. Il proseguio del cammino è deludente, il record finale è di 7-9. 7 delle 9 sconfitte arrivano con un margine inferiore ai 6 punti, rimane però da ricordare la stagione del wide receiver Alfred Jenkins, che colleziona 70 ricezioni per 1358 yards e 13 TD.
Nel 1982 Atlanta è a quota 1-1 quando la stagione si interrompe a causa dello sciopero generale dei giocatori; le operazioni riprendono solo due mesi dopo, ed i Falcons vincono 4 delle successive 5 partite. Nelle ultime due settimane di gioco arrivano due pesanti stop consecutivi, 38-7 contro Green Bay e 35-6 contro New Orleans, ma con il record di 5-4 i playoffs arrivano ugualmente.
Nel primo turno i Falcons sprecano l’ennesima opportunità di vittoria facendosi rimontare dai Minnesota Vikings: sopra per 21-16 all’inizio del quarto periodo grazie a 3 mete della difesa, escono poi sconfitti per 30-24 con il conseguente licenziamento di Leeman Bennett, comunque autore del primo ciclo vincente della storia del team. Il nuovo allenatore è Dan Henning.

1983 – L’attacco produce un’altra stagione spettacolare, grazie ai costanti progressi del quarterback Steve Bartkowski e grazie alle solide prestazioni del running back William Andrews.
Bartkowski lancia 22 mete e soli 5 intercetti ribaltando le statistiche dei suoi primi anni Nfl, completando il 63% dei suoi tentativi per 3.167 yards; Andrews supera per l’ennesima volta il suo stesso record di franchigia totalizzando 1.567 yards su corsa abbinandole a 7 mete, in aggiunta alle 59 ricezioni per 609 yards ed altri 4 TD. Il forte running back viene aiutato dall’ascesa di un giovane scelto nel 1982, Gerald Riggs, autore di 8 ingressi in endzone e 437 yards su corsa in 100 tentativi. Tuttavia la difesa non riesce a venire a capo della situazione e subisce 30 o più punti in 4 distinte occasioni, accumulando un totale di 389 a fine stagione: il disequilibrio tra i due reparti scaturisce un record di 7-9, e l’ultimo posto della competitiva Nfc West.

1984/1985 – La sfortuna si abbatte sulla franchigia quando, all’ultimo giorno di training camp, William Andrews subisce un gravissimo infortunio al ginocchio che lo terrà fuori dai campi per ben due anni e che, sostanzialmente, gli termina la carriera di giocatore nonostante il successivo tentativo di rientro.
La squadra si arrangia come può, Gerald Riggs è il nuovo titolare e si presenta all’apertura di campionato correndo per 202 yards contro New Orleans, collezionandone 1.486 a fine della stagione, assieme a 13 mete: la difesa è ancora una volta protagonista in negativo e concede 382 punti, Bartkowski non gioca una stagione eccellente e Atlanta finisce per vincere solamente 4 volte.
Nel 1985 lo stesso quarterback deve abbandonare la truppa anzitempo per infortunio, Riggs compie miracoli ammassando 1.712 yards e 10 TD, ma la difesa affonda per l’ennesima volta concendendo il peggio di sé, 452 punti a passivo. Il record è uguale a quello dell’anno precedente, 4-12.
Nella offseason termina l’era di Steve Bartkowski, tagliato per i continui problemi fisici: il nuovo quarterback è David Archer, già titolare nel campionato appena terminato.

1986 – Nonostante delle aspettative piuttosto basse la squadra comincia la stagione alla grande, vincendo 5 delle prime 7 partite ed impattandone una: il pareggio arriva contro i fortissimi 49ers, 10-10, tra le vittorie si distingue un emozionantissimo 37-35 contro i Cowboys al Texas Stadium, nonché un 26-14 buono per battere i Rams, in corsa per i piani alti della Nfc.
La stagione prende una piega spiacevole di lì a poco, i Falcons escono sconfitti per 7 volte nelle ultime 9 gare cadendo al penultimo posto della division, addirittura perdono contro i Colts concendendo loro la prima vittoria stagionale dopo 13 insuccessi consecutivi: Riggs è ancora il miglior giocatore del team, chiude con 1.327 yards e 9 mete, mentre Dan Henning è inesorabilmente licenziato dopo 4 anni di stagioni perdenti. I Falcons richiamano Marion Campbell, già protagonista di stagioni buie a metà anni settanta, ma i risultati rimangono quelli della sua prima gestione. Alla fine del campionato 1986, il centro Jeff Van Note decide di ritirarsi dopo 18 anni di onorevole servizio in trincea, e per omaggiarlo l’organizzazione ritira il suo numero, il 57.

1987/1988 – Due annate disastrose, 3-13 la prima, 5-11 la seconda. L’attacco cerca di alternare diversi quarterbacks in regia con risultati fallimentari, giocano David Archer, Chris Miller, Eric Kramer e Scott Campbell, i quali totalizzano 13 passaggi vincenti e 27 intercetti.
Dal draft del 1987 arriva il linebacker Jesse Tuggle, che vestirà l’uniforme dei Falcons per i 13 anni a venire diventandone il perno della difesa; il ruolo di Gerald Riggs diminuisce e nella offseason del 1988 il giocatore si trasferisce a Washington.

1989 – Il disastro continua, arriva un’altra stagione da 13 sconfitte, Marion Campbell è licenziato e il campionato viene portato a termine dall’interim coach Jim Hanifan.
L’annata è comunque contraddistinta dall’arrivo in città di Deion “Primetime” Sanders, cornerback da Florida State selezionato al primo round del draft di quell’anno, immediatamente protagonista di una disputa contrattuale che lo porta a saltare tutto il training camp. Nel frattempo Sanders segue il suo secondo amore, il baseball, gioca per i New York Yankees e registra un homerun pochi giorni prima dell’inizio del campionato Nfl. Il venerdì che precede l’opening day Deion riesce finalmente a trovare un accoro con la società, partecipa ad un allenamento e la domenica è già in campo al Fulton County Stadium contro i Rams, partita nella quale ritorna un punt in meta per 68 yards: diventa quindi il primo giocatore della storia moderna a segnare un homerun ed un touchdown da professionista all’interno della medesima settimana. Il rookie chiude il suo primo campionato anche con 5 intercetti: Atlanta ha una nuova stella.

1990 – Nuovo cambio in panchina, è il turno dell’estroverso Jerry Glanville, silurato qualche mese prima dagli Houston Oilers: con il suo arrivo cambiano anche i colori dell’uniforme e si ritorna alla maglia nera delle primissime apparizioni, abbinata ad un casco ora completamente nero che mantiene da ambo i lati il simbolo della franchigia.
La prima partita vede Atlanta sconfiggere pesantemente proprio gli Oilers per 47-27, la stagione comincia con 2 vittorie ed altrettante sconfitte ma subisce una pesante flessione nella parte centrale/finale, dove i Falcons perdono 7 gare consecutive. Glanville riesce comunque a togliersi un’altra soddisfazione personale sconfiggendo i Bengals in un Sunday Night, prendendosi una piccola rivincita nei confronti di Sam Wyche, suo odiato rivale divisionale ai tempi di Houston.
Chris Miller gioca una discreta stagione terminando con 2.735 yards di passaggio, 17 TD e 14 intercetti, Andre Rison emerge quale ricevitore primario ammassando 82 ricezioni per 1.208 yards e 10 mete al suo primo anno in città, dopo aver trascorso ad Indianapolis l’annata da rookie.

1991 – E’ l’anno della riscossa, Chris Miller prende maggior fiducia nei suoi mezzi, la filosofia offensiva di Glanville continua a funzionare nonostante sia molto prevedibile (sostanzialmente si lancia e basta) grazie anche all’addizione del wide receiver Michael Haynes, la difesa si arricchisce dell’esperienza del cornerback Tim McKyer, che si aggiunge alle secondarie occupando il lato opposto di Deion Sanders.
E’ anche l’anno delle rimonte all’ultimo quarto, la squadra non molla mai: la canzone di Mc Hammer “2 Legit 2 Quit” diventa la colonna sonora del Fulton County Stadium, lo stesso rapper si fa vedere sovente sulla sideline del team georgiano; alcuni componenti dei Falcons appaiono nel videoclip realizzato per il brano.
Dopo le incertezze iniziali i Falcons vincono una partita incredibile contro San Francisco grazie ad un Hail Mary pass di 44 yards ricevuto da Haynes per il 17-14 finale, vincono 5 delle ultime 6 partite di regular season e collezionano un 7-1 contro le avversarie della Nfc West che li qualifica di diritto ai playoffs nonostante finiscano il campionato con il medesimo record dei 49ers, 10-6.
Il 28 dicembre del 1991, in virtù della sesta posizione nella griglia playoffs, Atlanta approda a New Orleans e batte i Saints per 27-20 con 2 ricezioni da TD di Haynes, una delle quali di 67 yards.
La settimana successiva i Falcons possono opporre ben poco ai Washington Redskins, che avevano già inflitto loro 56 punti in regular season, e vengono sconfitti all’Rfk Stadium per 24-7 dai futuri vincitori del Super Bowl.

1992/1993 – Viene inaugurato il nuovo impianto di gioco dei Falcons, il Georgia Dome, uno stadio in terreno sintetico completamente coperto contenente poco più di 70.000 persone, costato 214 milioni di dollari. Qualche settimana prima dell’inizio della stagione 1992 la dirigenza decide di mandare un certo Brett Favre, scelto un anno prima, a Green Bay per una scelta di secondo giro, transazione che si ritorcerà contro la società negli anni seguenti.
La prima partita di sempre al Georgia Dome viene vinta ai danni dei Jets per 20-17, seguono 5 sconfitte nelle successive 6 gare che compromettono inevitabilmente la stagione, nella quale la potenza dell’attacco non è adeguatamente bilanciata dalle prestazioni della difesa.
Chris Miller, a causa di un trauma cranico, è costretto a giocare metà stagione, alternato al veterano Wade Wilson: i due registrano delle ottime statistiche sfruttando a dovere il terzetto di ricevitori composto da Rison, Haynes e Pritchard, combinando per 28 TD e 10 intercetti con ratings rispettivamente di 90.7 e 110.1. La difesa concede più di 400 punti, Sanders sembra concentrarsi maggiormente sul baseball e finisce per giocare una partita contro i Dolphins ed una di playoffs con i Braves nella stessa serata, il tutto finisce con un 6-10.
Il record sarà lo stesso nel 1993, l’anno che costa il posto di head coach a Jerry Glanville; anche un Eric Dickerson oramai agli sgoccioli della carriera entra a far parte della squadra di quel campionato, ma il 13 ottobre viene scambiato perchè scontento del suo ruolo di backup.

1994 – In offseason arrivano grandi cambiamenti, Deion Sanders è free agent e si trasferisce a San Francisco, June Jones è il nuovo allenatore, Jeff George è il nuovo quarterback.
L’attacco è esplosivo, George colleziona 3.734 yards con il 61% di completi, 23 TD e 18 intercetti, tra i ricevitori Andre Rison e Terrance Mathis (111 ricezioni) superano ambedue le 1.000 yards, mentre il gioco di corsa è affidato a Craig “Ironhead” Heyward, autore di 779 yards e 7 mete.
Una seconda parte di stagione negativa condiziona la classifica finale, che vede Atlanta al terzo posto della Nfc West con il record di 7 vittorie e 9 sconfitte. In difesa, Chris Doleman guadagna la convocazione al Pro Bowl mettendo a segno 9 sacks.
Il ’94 è anche l’anno del ritiro del tackle offensivo Mike Kenn, il quale lascia Atlanta a 38 anni suonati dopo aver presenziato in 252 partite in 17 anni di onorata carriera.

1995 – Jeff George continua a mettere numeri impressionanti, supera le 4.000 yards su lancio e la squadra parte con un 5-2 che la proietta in piena battaglia playoffs; sono ben 4 i giocatori che sorpassano quota 1.000 yards in attacco, ovvero Heyward sul terreno e Mathis, Metcalf ed Emanuel per vie aeree. La seconda parte del campionato è in netta salita, i Falcons incappano in due brucianti sconfitte contro Arizona, 40-37 al supplementare, e Miami, 21-20, trovandosi a doversi giocare l’accesso alla postseason nell’ultimo scontro di regular season contro i rivali 49ers.
La partita è incredibile, Atlanta è sotto e perde Jeff George per una commozione celebrale, ma la rimonta arriva nel quarto periodo grazie alle imprese del backup Bobby Hebert, che con un TD pass riesce a vincere la contesa per 28-27 in un Georgia Dome colmo di tifo assordante.
Ai playoffs la strada percorsa non è molta, ed i Falcons vengono presto eliminati dai Green Bay Packers e da una grande prestazione dell’ex di turno, Brett Favre.

1996/1997 – Il ’96 parte con 8 sconfitte consecutive, Jeff George litiga con June Jones in diretta nazionale nella terza settimana di campionato e viene sospeso sino al termine dello stesso, la squadra vince solamente 3 partite prima di cominciare l’opera di ristrutturazione.
Nel 1997 viene assunto Dan Reeves, ex allenatore dei Denver Broncos e nativo della Georgia, sotto il quale i Falcons ottengono un record di 7-9, perdendo le prime 5 gare consecutivamente.
Il nuovo quarterback, Chris Chandler, gioca molto bene mettendo a segno 20 TD passes a fronte di 7 intercetti, le corse sono ora gestite dall’astro nascente Jamal Anderson, che colleziona più di 1.000 yards per la seconda stagione di fila. Migliora la difesa, che assembla a fatica la nuova impostazione, ma che alla fine riesce a registrare due elementi in doppia cifra per sacks ottenuti, Chuck Smith e Travis Hall.

1998 – Il lavoro di Dan Reeves risulta nella migliore annata della storia della franchigia, che termina la stagione regolare con 14 vittorie a fronte di sole 2 sconfitte, secondo miglior record della Nfc: la regular season termina con 9 successi consecutivi, l’attacco segna 30 o più punti in tre gare di fila, e nella vittoria per 41-10 a Foxboro contro i Patriots il tight end O.J. Santiago, dopo una meta, esegue per la prima volta davanti alle telecamere la Dirty Bird dance, che verrà usata da lì al termine del campionato per festeggiare tutte le segnature del team.
Jamal Anderson gioca una stagione magistrale terminando con 1.846 yards e 14 mete, Tony Martin e Terrence Mathis guidano il reparto ricevitori collezionando 2.317 yards, la difesa risponde con 10 sacks di Lester Archembau e 7 intercetti di Ray Buchanan, arrivato dai Colts a dare man forte alle secondarie.
I Falcons vincono le ultime due partite di campionato in assenza di Dan Reeves, in convalescenza dopo un’*operazione* d’urgenza al cuore, ed al suo ritorno il coach trova quale regalo il secondo titolo divisionale della storia della franchigia. Per la prima volta, Atlanta resta a casa durante la prima settimana di playoffs garantendosi l’accesso automatico ai Divisional Playoffs, in attesa della vincente dello scontro tra San Francisco e Green Bay.
Sette giorni dopo sono proprio i 49ers ad intraprendere il viaggio per il Georgia Dome: i Falcons riescono a sconfiggere per 20-18 gli arci-rivali in una gara rocambolesca, raggiungendo per la prima volta il traguardo del Championship.

Nonostante le 14 vittorie Atlanta è costretta a giocare in trasferta al Metrodome di Minneapolis in virtù del 15-1 registrato dai Vikings in regular season: i Falcons sono sfavoriti, l’attacco guidato da Randall Cunningham, Randy Moss e Cris Carter ha devastato qualsiasi difesa e mette paura a tutti.
Chandler e compagni aprono la gara con un drive ottimamente congegnato, che frutta un touchdown ed acquieta i caldissimi tifosi presenti; l’effetto dura ben poco in quanto i padroni di casa rispondono con 20 punti consecutivi e si trovano davanti quasi senza sforzo: fortunatamente per i Dirty Birds, Chuck Smith riesce a provocare un fumble sul finire del primo tempo che consente una segnatura veloce di Mathis, alleggerendo il divario a 7 punti al rientro negli spogliatoi.
Nel terzo quarto Atlanta risponde con due field goals di Morten Andersen, e riesce a concedere solamente 7 punti in tutto il secondo tempo trovandosi sotto per 27-20; in quello che sembra il drive decisivo i Vikings mangiano diverso tempo dal cronometro ma non riescono a convertire un terzo down sulle 21 yards avversarie: Dennis Green decide di mandare in campo Gary Anderson, il quale in stagione regolare non aveva fallito un solo calcio, ma il tentativo dalle 38 yards finisce a lato, restituendo nuove speranza agli ospiti.
Chandler centra le mani di Mathis con 49 secondi da giocare per l’incredibile pareggio, quindi nel supplementare dirige un drive di 70 yards che permette a Morten Andersen di centrare i pali, e regalare il primo accesso al Super Bowl nella storia della franchigia.

Il Super Bowl XXXIII si gioca al Pro Player Stadium di Miami, gli avversari sono i Denver Broncos di John Elway, Dan Reeves gioca contro il suo passato.
Denver parte forte, i Falcons non sono nemmeno lontani parenti della squadra vista in campo sino a quel momento: i Broncos entrano in meta per due volte nel primo tempo, nella seconda occasione Rod Smith brucia la safety Eugene Robinson per una meta da 80 yards che la Fox, impegnata nella pubblicità, non riesce a far vedere in diretta. Il primo tempo finisce 17-6 per il team Di John Elway.
La ripresa è un massacro: Chris Chandler si fa intercettare per due volte, Denver capitalizza con segnature Griffith, che già aveva messo i primi punti della gara, e dello stesso Elway con una corsa da 3 yards. Sul 31-6 la partita è abbondantemente finita, 34-19 è il risultato finale della disfatta, salvata solo in parte da un entusiasmante ritorno vincente di kickoff da 94 yards di Tim Dwight.

1999/2000 – Il biennio post-Super Bowl è contraddistinto dagli infortuni, Jamal Anderson si distrugge un ginocchio e salta l’intera stagione 1999, che termina con un deludente 5-11, nel 2000 Chandler gioca poco e Reeves è costretto ad alternare altri due registi, Doug Johnson e Danny Kanell. Il risultato è un misero 4-12, Jamal Anderson, al rientro, colleziona 1.024 yards in 8 partite.

2001 – Alla disperata ricerca di un nuovo quarterback, i Falcons scambiano la loro quinta scelta assoluta e numerose altre con San Diego per il pick numero uno, portando in città un’altra superstar, Michael Vick, conosciuto per le grandissime doti di agilità e di corsa. Con la più alta delle scelte ottenute in cambio, i Chargers scelgono nientemeno che LaDainian Tomlinson.
Vick gioca nella parte finale di stagione collezionando 700 yards su passaggio e 300 su corsa, il record finale è di 7-9; a fine anno Jamal Anderson viene tagliato dopo l’ennesimo infortunio, Chris Chandler è rilasciato e Warrick Dunn viene firmato come free agent.
La Nfl studia un nuovo allineamento delle divisions, ed i Falcons vengono assegnati alla nuova Nfc South in compagnia di Panthers, Buccaneers e Saints.

2002 – Michael Vick è ora titolare a tempo pieno, ma gli elettrizzanti Falcons partono con il piede sbagliato: esordiscono con un record di 1-3 a causa di una sconfitta in overtime a Green Bay e con una battuta d’arresto all’esordio casalingo contro Chicago, dove Jay Feely fallisce il field goal della vittoria a pochi istanti dal termine della gara. La squadra esce alla distanza e diventa caldissima al momento opportuno, infilando una serie di 7 vittorie ed un pareggio nelle successive 8 apparizioni: i Panthers vengono demoliti con un totale di 71-0 nei due scontri diretti, vengono battuti i Saints, che al momento della sfida hanno perso una sola gara, mentre il 34-34 contro Pittsburgh si rivela come una delle partite più eccitanti dell’anno, nella quale i Falcons recuperano 17 punti di svantaggio. Il record finale è di 9-6-1, arriva la qualificazione alla Wild Card e Vick registra il record ogni epoca per numero di yards corse in singola partita da un regista (173) contro i Minnesota Vikings, termina il campionato con 777 yards su corsa e 2.936 su passaggio, con 16 TD ed 8 intercetti; per lui c‘è anche la convocazione al Pro Bowl.
La difesa è notevolmente rinforzata dall’acquisita esperienza di elementi quali Keith Brooking e Patrick Kerney, rispettivamente leaders di squadra in termini di placcaggi e sacks.
La prima sfida di playoffs prevede un viaggio nella neve del Wisconsin, ad attendere Atlanta ci sono Brett Favre ed i Green Bay Packers: la sfida assume connotati storici, i Falcons si impongono per 27-7 grazie anche a 64 yards su corsa della loro star, e diventano la prima squadra nella storia Nfl a violare il Lambeau Field in una gara di playoffs.
Atlanta deve però arrendersi ai Philadelphia Eagles di Donovan McNabb nei Divisional Playoffs, Vick viene contenuto molto bene dalla difesa avversaria ed arriva una sconfitta per 20-6.

2003 – Durante la preseason la squadra subisce un colpo durissimo quando Michael Vick subisce un grave infortunio ad una gamba che lo costringe a saltare le prime 12 partite di regular season: l’annata è presto compromessa con Doug Johnson al suo posto, quando Vick rientra i Falcons vincono 3 partite su 4, contro i Panthers registra 320 yards tra corse e lanci, ma il tabellino delle sconfitte, alla fine, tocca quota 11; Dan Reeves viene sollevato dal suo incarico durante il campionato, Wade Philips, l’allenatore della difesa, porta a termine la stagione al suo posto.
Durante la offseason l’organizzazione svela la nuova uniforme studiata per la squadra, composta da una maglia rossa con inserti neri e bianchi sulle maniche che diventa la tenuta casalinga, una nera con inserti rossi e bianchi come “alternate”, e la classica bianca per le partite in trasferta.
Il logo sul casco viene reso più aggressivo, ed la figura del falco ricorda ora l’esatta forma di una “F”.

2004Jim Mora Jr., ex coordinatore difensivo dei 49ers, è il nuovo capo allenatore, sotto le sue cure la difesa fa registrare sensibili miglioramenti, che aiutano la squadra a vincere 11 partite conquistando per la terza volta il titolo della division.
Vick lancia per 2.313 yards e corre per 902, diventa il primo regista di sempre a lanciare per più di 250 yards ed a correre per più di 100 nella stessa gara il 30 ottobre contro i Broncos, e la combinazione con Warrick Dunn, 1.106 yards e 9 TD, è letale per molte delle difese che vi si provano ad opporre; il tight end Alge Crumpler è un punto di riferimento più che sicuro per i pochi lanci di Vick, la difesa registra 48 sacks, miglior risultato dell’anno di tutta la Nfl, Brooking, Kerney e Rod Coleman garantiscono solidità a tutto il reparto.
Il record consente ai Falcons di saltare la prima settimana di playoffs, al secondo turno gli avversari sono i St. Louis Rams: la partita è un vero e proprio massacro per gli ospiti, che concedono 324 yards su corsa, record di franchigia per Atlanta, e 150 yards su punt return al velocissimo Allen Rossum. Il risultato finale è di 47-17 in favore dei Falcons, Vick stabilisce un record ogni epoca per un quarterback nei playoffs correndo per 119 yards ed in Georgia si comincia a sognare un altro Super Bowl.
Il sogno si spegne la settimana successiva ancora per mano dei Philadelphia Eagles, che trovano la contrapposizione giusta alle armi avversarie con una difesa ancora una volta solidissima, 27-10 è il risultato finale.

2005 – I Falcons falliscono per l’ennesima volta l’ottenimento di due stagioni vincenti consecutive, le aspettative raggiunte in virtù delle prestazioni dell’anno precedente non vengono rispettate.
Michael Vick è costretto a saltare qualche gara per infortunio e viene discretamente sostituito dal backup Matt Schaub; la superstar colleziona 15 TD e 13 intercetti e non si trova a proprio agio con la nuova West Coast Offense pensata dal coaching staff, mentre Warrick Dunn accumula 1.416 yards su corsa e soli 3 TD, alternandosi con il più grosso e resistente TJ Duckett, il quale segna 8 volte in situazioni di corto yardaggio.
La difesa gioca un’ottima prima parte di stagione grazie alle conferme di Brooking, Kerney, Coleman e dei giovani DeAngelo Hall e Demorrio Williams, ma perde i pezzi strada facendo a causa di una marea di infortuni condizionando così l’andamento del campionato.
I Falcons perdono così 6 delle ultime 8 partite finali, dopo che a metà stagione si erano ritrovati primi nella division a 6-2.

2006 – La stagione precedente si ripete, la partenza è forte, l’arrivo non lo è affatto. I Falcons vincono 5 delle prime 7 partite, la difesa si dimostra all’inizio molto solida concedendo 9 punti nelle prime due uscite, l’attacco funziona a meraviglia grazie anche all’addizione della terza minaccia su corsa, il rookie Jerious Norwood, il quale supera le 100 yards alla quarta settimana di gioco contro Arizona.
La partita più avvincente della stagione è quella contro Pittsburgh, che i georgiani si aggiudicano per 41-38 in overtime, nella quale Alge Crumpler segna 3 mete e Vick ottiene il career high di passaggi vincenti con 4. A fine giornata i due teams combinano 9 TD ed 872 yards di total offense.
La difesa cala a vista d’occhio nella seconda parte di campionato, Michael Vick alterna partite incredibili ad altre fatte di decisioni troppo discutibili, rispondendo come può alle critiche che lo vogliono capace di correre e basta. Le secondarie vengono puntualmente infilate sul profondo e soffrono tantissimo squadre come i Saints, contro i quali rimediano due sconfitte pesanti, i playoffs se ne vanno definitivamente quando i Falcons perdono le ultime tre contese consecutivamente pur essendo rimasti in corsa sino all’ultimo turno. Individualmente, Vick centra due records ogni epoca per la Nfl, diventando il primo quarterback a correre per più di 1.000 yards in una stagione tenendo una media mai registrata per il ruolo, 8.4 yards per portata.
Coach Jim Mora Jr. viene licenziato, al suo posto viene chiamato Bobby Petrino, ex allenatore di Louisville. Il futuro di Vick diventa un punto di domanda quando la polizia comincia delle indagini su una casa di sua proprietà, legata all’attività illegale di “dog-fighting”.

2007 – Michael Vick finisce di fronte alla Corte Federale e viene ritenuto colpevole per vari reati legati al combattimento tra cani. L’organizzazione degli incontri stessi, di un giro di scommesse e l’eliminazione di alcuni degli animali portano Vick ad essere condannato a quasi due anni di carcere e salta, ovviamente, tutta la stagione. Il futuro è incerto, il 2007 si chiude 4-12 e la squadra cambia tre volte il quarteback titolare. Bobby Petrino si dimette dopo 13 partite per tornare al college all’università di Arkansas. Al suo posto la dirigenza assume Mike Smith.

2008Matt Ryan è il quarterback su cui la squadra decide di fare affidamento e il talento da Boston College fa subito centro nel cuore di tifosi ed appassionati. Il ragazzo alza numeri da capogiro per una stagione da esordiente, rivitalizza ricevitori che fino ad allora non erano mai sembrati in grado di essere costanti e decisivi, evidenzia aspetti tecnici eccellenti.

I Falcons arrivano così ai playoff dopo una stagione da 11-5, ma escono alle Wild Card per mano degli Arizona Cardinals bravi a portare a casa una partita che per lunghi tratti sembrava che i Falcons potessero fare propria.

Questa la storia dei Falcons, squadra storica del football professionistico che troppe volte si è candidata per il grande salto senza riuscire mai a completare l’opera. Un Super Bowl perso è il miglior primato raggiunto dalla formazione georgiana che, nelle ultime stagioni, ha puntato tutto su un attacco scintillante e atipico che non è però bastato per prendersi la rivincita del titolo perso negli anni 90. La squadra è entrata nel nuovo millennio come una delle favorite della NFC non riuscendo però a fare meglio di una finale di conference nel 2004 dove Philadelphia si dimostrò comunque squadra più completa e forte; da allora la franchigia è ancora alla ricerca di una vera e più concreta consacrazione.

Franchise book.

I Falcons hanno ritirato sei maglie: #10 Steve Bartkowski QB; #31 William Andrews RB; #57 Jeff Van Note C; #58 Jesse Tuggle LB; #60 Tommy Nobis LB; #78 Mike Kenn T.
Gli Hall OF Famers che hanno indossato i colori della squadra della Georgia sono Eric Dickerson RB (1993); Tommy McDonald WR (1967).

La squadra affrontata più volte sui campi di football da Atlanta sono stati i New Orleans Saints, squadra contro la quale i Falcons hanno alzato il maggior numero di vittorie nella storia battendoli per 44 volte. La squadra contro cui, invece, i Falcons hanno perso più volte sono i Rams, che tra Los Angeles e Saint Louis hanno rifilato 47 batoste ai georgiani. La miglior stagione è quella del 1998 dove si è registrato un 14-2, mentre nel 1967 si è avuto il peggior record di sempre con 1-12-1.
Il record all-time di franchigia è 274-391-6 (267-383-6 per quanto concerne la stagione regolare, mentre per i playoffs è di 7-8).

Nessun giocatore della squadra è mai stato eletto MVP della NFL e solo premi come MVP del Pro Bowl (1994, Andre Rison) e miglior coach del campionato (1998, Dan Reeves) spiccano tra le riconoscenze individuali.

All time leaders:
Steve Bartkowski – 23.468 passing yards
Gerald Riggs – 6.631 rushing yards
Terrance Mathis – 7.349 receiving yards

Con 49 vittorie Dan Reeves è il coach più vincente di sempre.

Tutti i dati, gli aneddoti e le immagini raccontati e mostrati in questa time-line provengono da siti storici quali pro-football reference, wikipedia, sports E-cyclopedia e la sezione history di atlantafalcons.com.

Teams_timeline | by Dave Lavarra | 16/06/07

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